Con una lettera – presentazione di Franco Lecca
Bracciano, 24 Novembre 2022
Caro Luigi, nei tuoi quadri più recenti – in particolare nelle figure di corpi femminili, eretti o distesi in sacra solitudine tra le connessioni di un mondo reale definitivamente sfigurato – riconosco i segni del tuo stile sottilmente visionario (quel concitato fruscio poetico che animava le quasi realistiche immagini che dipingevi in gioventù).
Oggi, nelle dense composizioni di mare-corpi-volti-animali-paesaggi, riscopro la “forma” originaria del tuo stile in pittura: ovvero nelle stratificate zone di materia segno-colore, virata nelle esaltanti ossidazioni temporali di un senso misterioso che ci abita, ci alona, ci identifica lungo il corso dell’esistenza. Sei divenuto il pittore di una moltitudine “materica” di esseri “attoniti” che riaffiorano nel tuo sguardo che li accoglie.
Nel pathos di umanissime motociclette, – che da più di un secolo dimorano nell’aria pacificata di paesaggi naturali, svaporate, usurate, affumicate, sfinite, in attesa di un nuovo viaggio senza destinazione: sono le tue bellissime motociclette pronte a ripartire sulle tracce di una nostalgia senza fine.
La salda costruzione pittorica di una figura mare-corpi-volti-animali-paesaggi, si concretizza nei tempi sequenziali di un gesto istantaneo che dispone sulla tela un colore, un segno, una zona, un vuoto. La particolarità del tuo stile “istantaneo” è paradossale: la forma appena creata si espande mentalmente tutt’attorno alla figura, ambigua, neutra, indifferente, come a volerla isolare da tutto ciò che la circonda. Come nel teatrino delle apparenze, la solidità corporea delle figure femminili ha il tono di un miraggio da contemplare. Sono corpi amati, dislocati in un altrove mitico, nella pura presenza fantasmatica di un passato irrevocabile. Sono immagini di puro amore.
Ciao, Franco